Nel corso della Prima Guerra Mondiale si scoprirono le potenzialità dei francobolli come mezzi di propaganda. Inizialmente, con vere e proprie operazioni di spionaggio, si ricorse alla falsificazione di francobolli esteri e alla loro diffusione in territorio nemico a scopo propagandistico, mentre con l’avvento dei totalitarismi i francobolli vennero impiegati soprattutto sul fronte interno per rafforzare il consenso delle varie dittature. Nacquero così le serie dell’Italia fascista, seguite a ruota dalla Germania nazista e dalle altre dittature sul suolo europeo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la propaganda sui francobolli divenne propaganda di guerra, e si moltiplicarono le emissioni “a tema” contenenti l’elogio della guerra o la condanna del nemico. Con la guerra fredda, i francobolli propagandistici ricomparvero ad esaltazione dei regimi più disparati, in particolare degli Stati del Patto di Varsavia, per poi estendersi a tutti i casi di culto della personalità. In termini più moderati, il francobollo ha comunque rivestito fin dalla sua origine un certo ruolo celebrativo, in quanto per tutto il XIX secolo la raffigurazione di regnanti o allegorie di nazioni costituì il motivo assolutamente dominante.

Nell’ambito filatelico, si distingue fra ristampa e nuova stampa di un francobollo, chiamata anche post-stampa. La ristampa viene ottenuta con la stessa matrice e processo di stampa tramite il quale è stato prodotto il francobollo originale.

Quando il francobollo non è più in vendita negli uffici postali, si trova fuori commercio, ed eventualmente sono andati distrutti i mezzi di stampa della prima serie, allora si ricorre ad una nuova stampa o dopostampa con una matrice e/o un processo di produzione alternativi.

Ad esempio, il francobollo 10 kopek prodotto per la prima volta in Finlandia nel 1856, sei anni più tardi fu ristampato con lo stesso processo e medesima matrice di acciaio.

Invece, nel 1892 il direttore delle poste e dei telegrafi della Russia ordinò la nuova stampa del francobollo, e poiché la matrice originale non era più disponibile fu prodotto mediante litografia. Se non fosse stato successivamente autorizzato all’immissione in commercio, sarebbe considerato un falso. Tale autorizzazione delle post-stampe solitamente avviene mediante una sopra-stampa.

Ancora oggi molte amministrazioni postali riutilizzano i francobolli già emessi con una soprastampa. Sulla vignetta del francobollo viene applicato abitualmente con un procedimento di stampa tipografico, un nuovo valore o altre diciture per i motivi più diversi, di cui i principali sono, la necessità di emettere nuovi francobolli con rapidità in attesa di effettuare la stampa di nuovi valori definitivi, ad esempio a causa di improvvisi cambi tariffari o la necessità di utilizzare le scorte in giacenza con un nuovo valore o un’unità monetaria differente.

Il primo francobollo italiano sovrastampato è stato il 15 centesimi azzurro emesso nel dicembre del 1863 con l’effigie di Vittorio Emanuele II, nel quale con una barra curvata in colore bruno scuro, e per questo denominato “ferro di cavallo”, venne ricoperto il precedente valore nominale. Questo aumento tariffario da 15 a 20 centesimi si rese necessario per sostenere le ingenti spese derivate dalla III Guerra d’Indipendenza. L’espediente fu trovato dall’Ing. Costantino Perazzi che in questo modo riutilizzò ben 100 milioni di esemplari giacenti nel magazzino dell’Officina Carte Valori di Torino. Visto che questa era una soprastampa che aumentava il valore nominale del francobollo, mentre la regola generale stabiliva di soprastampare un valore inferiore per evitare le inevitabili falsificazioni, proprio per evitare falsificazioni, il direttore generale delle Regie Poste, conte Barbavara di Gravellona, inserì alcuni segni segreti.

Una delle soprastampe più curiose dei tempi moderni è invece quella effettuata nel 1961 dall’isola di Sant’Elena per aiutare gli abitanti dell’isola di Tristan da Cunha, immigrati temporaneamente a seguito di un’eruzione vulcanica. Allo scopo vennero sovrastampate con sovrapprezzo 1736 serie complete.

Nel 2005 una serie di 4 valori di questi rari sovrastampati venne battuta in asta pubblica per circa 6 000 Euro. Un’altra sovrastampa curiosa è quella dei cinque segnatasse per vaglia postali della Repubblica di San Marino ottenuti sovrastampando quelli del regno d’Italia. È l’unico caso in tutta la storia postale che i francobolli di uno stato sovrano diventano francobolli di un altro mediante sovrastampa in tempo di pace e non in seguito a vicende belliche.

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